Beh, la poesia è per me una frontiera nuova, una dimensione ancora in grandissima parte inesplorata.
Mi limito qui a ringraziare i giurati del II° Premio internazionale di Poesia Memorial Guerino Cittadino di Rende (CS) e l’Associazione culturale GueCi, per aver assegnato a Er fiore e la magnolia il titolo di migliore lirica in vernacolo della manifestazione.
Per me è stato solo un modo per danzare con le sensazioni, attraverso una lingua cinica e vera, a tratti sardonica, come quella romanesca. Non me lo aspettavo e ne sono, altrettanto sinceramente, felice.
È giusto non sprecare altre parole, meglio che siano il fiore e la magnolia a parlare, per chi vorrà…
Er fiore e la magnolia
Me vojo ‘ncantà,
su petali de fiore senz’antera,
pe’ nun lassà più fiji a vagà er monno,
ma falli riposà dentro un ber sogno,
che er monno nun se merita ‘sti passi.
Me metto a sede,
schiena contro ‘n tronco de magnolia,
pe’ falle sentì che pure un vecchio spera,
perché, finché speranza nun se paga,
la vojo chiede tutta e abbottà er core.
Vojo combatte,
ma poi me giro e lasso perde tutto,
sarò vigliacco o forse è solo strizza,
tanto a combatte nun ce se cava ragno,
mentre a dormì se cava armeno sonno.
Vojo parlà,
ma er fiore e la magnolia stanno zitti,
e nun c’è gusto a ragionà da soli,
come fanno li matti e li sconfitti,
a crede che chi nun dice abbozza.
Vojo risorge,
ma in questo solo uno c’è ariuscito,
e io nun c’ho intenzione de copiallo,
nun me ce vedo bene a stà lì appeso,
so’ ‘n tipo più da siliquastro e bacio.
Nun vojo niente,
sortanto respiramme un po’ de ‘st’aria,
che se l’annasi a fonno te consola,
tetta de madre o zinna de baldracca,
ciucciata quanno ruga nun strigneva.
Me guardo er sole,
e penso alla strada che je tocca,
dall’alba a quanno giorno pija fiato,
eppure nun me sembra affaticato,
dell’anni persi ‘n volo nun j’emporta.
Tutto se smorza,
e ‘n brivido rimonta dalla schiena,
è callo come er sole e nun me frega,
so bene ch’è già vota la clessidra,
fra soli grilli ed erba a fà ‘n saluto.
Me viè da piagne,
ma mejo nun sprecà lacrime bone,
so’ sempre fije mie, seppur puttane,
ar limite le spargo pe’ concime,
a ridà forza ar fiore e alla magnolia.
A.V.
Sono il II° classificato al Guerino Cittadino, Enrico Del Gaudio e mi complimento per la sua bellissima poesia. Un assonanza e un’armonia unica. Le quartine, a versi endecasillabi con il quinquenario a cappello, coinvolgono l’appassionato come me per la ritmicità coinvolgente che emana tutta la lirica. Mi pregio invitarLa alla IIIa edizione del mio concorso “Premio Madonna Dell’Arco” che è partito da pochi giorni. Se mi invia la sua e-mail Le invio il bando. Cordialmente il Presidente dell’Associazione Culturale Madonna Dell’Arco Rione Ponte Della Persica – Castellammare di Stabia (NA),
Enrico Del Gaudio.
Gentilissimo Enrico, mi sarebbe piaciuto molto incontrarLa a Rende, come mi piacerebbe, ma non mi permetto per primo, di darci del “tu”. Grazie mille per i complimenti, che fanno sempre morale e molto piacere, a maggior ragione da una persona come Lei. Ho letto la Sua poesia e ricambio con sincerità i complimenti, anche in questo caso per la musicalità e la metrica perfetta dei Suoi versi.
Detto ciò, di vero cuore, la mia email è [email protected]. La trova anche su questo stesso sito. Sarei felice di mantenere un contatto con Lei in primis, e poi anche di partecipare al Suo Premio, perché no? 🙂
Con stima e profonda riconoscenza. A.V.
Mi sorprendi sempre più Alessandro, sei un campione anche nella poesia
farti solo i complimenti è riduttivo
dirti bravo è quasi inutile
sei troppo forte!
ti mando un abbraccio intanto
Carissimo Emanuele, sei un uomo impareggiabile e un amico sempre vicino, e questi sono, per me, due doni che mi terrò sempre stretti. Molto lo devo anche a te, lo sai. Un abbraccio fortissimo. E… grazie! 🙂