Paola Farah Giorgi, 21 Febbraio 2012
Ho letto solo l’anteprima ma SIN è riuscito a “catturarmi” all’istante! Non vedo l’ora di leggerlo tutto, nonostante sia un thriller di oltre seicento pagine (nè il mio genere nè la mia “dimensione”…), e questo, credetemi, vuol solo dire che è un’opera veramente avvincente e che la scrittura è meravigliosamente limpida e scorrevole! Impossibile perdersi. Complimenti all’autore!
Paola Farah Giorgi, 02 Aprile 2012
Esistono thriller fine a se stessi, d’intrattenimento, generati esclusivamente per suscitare orrore e paura ma, di fronte all’oceano, prologo ed epilogo di questo bellissimo romanzo di Alessandro Vizzino, capisci che SIN non appartiene a questa categoria. L’oceano estrae dal tuo intimo ogni perché, ogni domanda, ogni dubbio, ed insieme risponde, riflette, chiarisce, e pone altre domande. E tu rispondi, all’oceano e a te stesso. SIN quindi fa riflettere, proprio come l’oceano, e fa riflettere sull’oggi, su quanto tristemente è già in atto, e fa riflettere sul “peccato”, quello privo di senso di colpa e privo di coscienza.
I dieci sfortunati protagonisti del romanzo, rinchiusi misteriosamente in un luogo di morte, hanno ben vivi in sé sia coscienza che senso di colpa e, paradossalmente, credono di essere lì, segregati ed uccisi, per espiare ognuno le proprie colpe. Così non è. Il peccato, SIN, non è il loro. Comunque, oltre l’acuto spunto di riflessione che Alessandro Vizzino ci offre, oltre l’oceano, c’è la narrazione pulita ed avvincente dei fatti e qui, a livello narrativo, il romanzo è totalmente in crescendo. Il lettore vive all’inizio nell’esatto sconcerto in cui si trovano i protagonisti ed il ritmo è ancora lento, c’è stasi, la percezione del pericolo sembra ancora irreale, anche se densa ed opprimente. Qui aspetti, rimani in attesa, con la stessa ansia e cruda premonizione di Carla, Fanny, Giorgio e gli altri. Sai che qualcosa accadrà, forse alla pagina successiva. Aspetti, con terrore. Poi arriva, il sangue, con particolari sempre più agghiaccianti.
La morte è lì, in atto, concreta, secondo dopo secondo, riga dopo riga, senza tregua, in tutto il suo orrore. E stai male, per loro, per Carla, Fanny, Giorgio e gli altri, a cui ti sei affezionato. Piangi la loro morte. Ti mancheranno. Ecco, anche per questo posso confermare che SIN non è un thriller fine a se stesso, un thriller d’intrattenimento. In SIN c’è anche sentimento. Ed è importante che ci sia. Buona lettura quindi, aspettando il seguito…
Alessandro Vizzino, con professionalità, conclude la sua opera lasciandola aperta a nuovi avvincenti eventi. Il romanzo è assolutamente consigliato, soprattutto agli adolescenti, ai nostri figli, che ancora non riescono con chiarezza a “leggere” la realtà, ed è consigliato, dal mio punto di vista, anche a tutte quelle persone che sono convinte, per la loro sensibilità, di non poter affrontare la lettura di un thriller. SIN è l’occasione per avvicinarsi a questo genere. SIN va oltre.
Grazie tante, Paola. A rischio di diventare ripetitivo, non posso far altro che ribadire quanto le vostre parole siano il premio migliore al lavoro e alla passione che SIN ha richiesto. Non ci sono regali migliori di questo, per un autore. Non scriviamo per soldi, né per successo o per fama; lo facciamo soltanto per sapere che qualcuno, per qualche ora o giorno, ha utilizzato il nostro lavoro come compagnia, come svago, come un piccolo amico misterioso che ti prende per mano e ti porta in luoghi diversi e lontani, dove comanda la fantasia e il mondo reale, per un po’ di tempo, smette di esistere.