Michela Zanarella, 04 Maggio 2012
La consistenza del romanzo di Alessandro Vizzino ci riporta ai best-seller del tipo Ken Follett, e come questi vengono facilmente letti grazie alla scorrevolezza e alla fluidità scrittoria che identifica Vizzino come l’autore moderno su cui puntare. La sua scrittura è visiva e sembra di assistere a scene di film che ci fanno emozionare o terrificare secondo il clima del capitolo, se di capitoli vogliamo parlare, quelli in cui le ore e i giorni scandiscono gli eventi di SIN. L’incipit, concepito come prologo, ci cattura e ci introduce alla storia: “L’oceano scivolava su e giù sulla battigia, indeciso se venire o se andarsene.”
Sono gli elementi della vita che parlano in questo thriller e sono “ammirati” da colui che potrebbe essere il protagonista, ma non voglio qui svelare ciò che è intrigante ed affascinante conoscere. Diamo al lettore questo scrigno di sensazioni che verrà da lui aperto lentamente, pagina per pagina, proprio come farebbe un funambolo, passo dopo passo, parola dopo parola, su un filo di bellezza. Il filo di una storia, la storia di SIN. Continua…