Cinzia Cavallaro intervista Alessandro Vizzino.
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Cinzia Cavallaro domanda:
Parafrasando il tuo racconto La vicenda del cantastorie afono: perché continuare a scrivere se spesso è difficile farsi pubblicare e poi leggere?
Alessandro Vizzino risponde:
Il continuare a scrivere del cantastorie afono è in realtà un continuare a vivere. In fondo, in questo mondo, siamo un po’ tutti cantastorie afoni, a prescindere dal lavoro che si fa e dalle proprie passioni: siamo troppi, e tutti troppo presi da noi stessi, piombati in un vortice d’egocentrismo che riflette forse una solitudine generalizzata e non dà scampo all’osservazione dell’altro, alla visione oggettiva delle cose; così un gesto di solidarietà spesso assume le sembianze di un atto d’eroismo, quando si tratta semplicemente di una predisposizione verso l’altro che dovrebbe sempre apparire normale, pulsione naturale. Eppure non è così, in un mondo di cantastorie afoni dove tutti gridano e nessuno sa più ascoltare, magari lontano dalle luci della ribalta.