Ciro Pinto, 17-19 Giugno 2012
Bellissimo! Mia moglie sta leggendo Sin. Ore 23:15, sto giocando ad un videogame, lei alza finalmente gli occhi dalle pagine del libro, ha il volto spaurito e gli occhi velati di ansia, mentre sto portando a termine l’ultimo step di un cazzo di gioco difficilissimo e una sola vita a disposizione, mi chiama, mi interrompe e mi dice serissima: “Mi raccomando, non scrivere mai cose contro la religione.” E io, sempre a un passo dalla gloria e tra mille pericoli: “Perchè mai?”, schivando un handicap all’ultimo nano secondo. E lei: “Hai visto che fine fa Minatelli?” “Minatelli? Che significa?” E lei: “Come, non lo sai? Lo scrittore nel romanzo di Alessandro.” “Ah, si…”, nel frattempo un fottutissimo colpo arrivato chissà da dove mi fulmina l’ultimo straccio di vita. Mannaggia a te Ale, potenza dell’immedesimazione! A un passo dalla gloria: “Va bene, ci sto attento”, mentre leggo in piena frustrazione Game Over. A un passo dalla gloria! Però forse hanno ragione lei e il Vizzino, con la Chiesa meglio non scherzare! Il nome del videogioco?
Vatican war, of course!
Cena con amici, appuntamento alle 20:00 il sottoscritto, attardato come sempre tra mille scritture, revisioni, step e manubri (il fisico va curato), si accinge ad una rapida rasatura e doccia, onde evitare “cazziate” dalla consorte. Sorpresa! la consorte si è attardata pure lei, mi invade la rasatura col tomo di SIN richiuso e mi annuncia che l’ha finito. “E allora?” le chiedo con un filo di voce, aspettando trepidante il suo giudizio, sapendo che sarà pertinente, lei divora libri, infatti questo di Alessandro l’ha letto in 5 gg o poco più. La cosa mi preme per varie ragioni: 1) Ale è un amico, e ogni suo successo è un mio successo! 2) Credo nella proprietà transitiva: a me Sin piace molto e mi piace come scrive Alessandro, che giudica il mio “Il problema di Ivana” ottimo, allora ogni conferma di quello che penso di lui come scrittore e del suo libro è una conferma che quello che pensa lui di me e del libro ha un valore… 3) Lucia, mia moglie, è molto severa nei suoi giudizi su quello che legge, tranne che con i miei scritti, ma questo non conta: interferisce l’affetto… Esordisce dicendo che il thriller, il noir e il giallo non sono il suo genere, allora incasso la testa tra le spalle e stringo gli occhi in attesa della mazzata. Continua dicendomi di darle una scala, rispondo subito: da uno a dieci. Aspetto con ansia, mentre la schiuma si secca sulle mascelle. “Mi ha preso, non riuscivo a staccarmene e mi ha anche spaventato un pò! E’ un libro vero, di uno scrittore “vero”, cazzo!” Mi rilasso un pò. “Sì ma il voto?” prendo coraggio e lei “Dieci e con menzione di merito perchè la protagonista più simpatica è napoletana.” E vai Ale, ce l’hai fatta un’altra volta! E un pò anch’io….