AGO, 18 Giugno 2012
L’indifferenza è il futuro che ci aspetta? Il guadagno sarà il nostro solo Dio? Varrà zero la vita del nostro prossimo? Se non devieremo dalla strada che stiamo percorrendo, è possibile che a queste domande dovremo rispondere sì. In nuce già ora la nostra società sta muovendo i primi passi verso questo destino tenebroso, dove ad un pubblico sempre più insoddisfatto e celebro leso vengono gettati in pasto i dolori, le gioie e insomma le vite degli altri. Tra uno spot e l’altro. Naturalmente. Persone normali con vite normali, grandi amori e grandi affetti, decidono freddamente dei destini di altri.
Il sangue, il dolore e la morte sono i passi che potrebbero portare ad un prossimo futuro di controllo assoluto delle menti e delle volontà. In questa tenebrosa epoca, quarant’anni da oggi, i personaggi si muovono disperati e veri. Con le loro storie, i loro legami nascosti e i nuovi affetti. Un turbine di eventi che culmina in un finale suggerito ma che non si crede vero fino al termine. Che occhieggia lungo il romanzo ma che solo le ultime pagine svelano in un’inquietante senso di frustrazione.
E si conclude in bilico tra la volontà di vedere negli affetti un piccolo barlume di speranza e la frustrazione ultima nel vedere un mondo assuefatto e decadente. Solo alcuni piccoli particolari stilistici macchiano la buona prosa, adatta al genere thriller. Spesso cruda e spietata. Qualche dialogo ridondante (ad esempio Giorgio e Dario sui PIW), qualche pensiero incoerente col personaggio. Qualche passaggio pomposo (La salma non aveva espresso segnali di una morte freschissima, appena sopravvenuta). Si diluiscono nell’ampiezza del romanzo. Però ci sono. Ancora complimenti e rimango in attesa di leggere il prossimo nuovo lavoro.